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Per gli innamorati

Oggi, 14 febbraio.

  IX

  Dipano un filo lungo tant’anni filo ritorto filo d’oscuro
  nitore latente del cuore che brama e
  rinarra nel tempo nel libro intessuto di sogni
  e splendori. Una coperta grande colorata per
  l’uomo che ho amato coperta magica fatata
  che ritorna più di quello che hai dato coperta
  di fili d’argento e d’oro per il principe che m’ha voluta
  signora per un giorno del favoloso regno del Mahi.

Quadro n.9

Novella Shahrazād, se  vuoi, ti racconterò di me donna  che
infiniti fili hanno intessuto della mia pelle d’albicocca che si
stende in pianure e valli in monti anfratti e promontori ti
narrerò dello sguardo che t’ha avvinto nel sortilegio incantato 
mentre ti perdevi nell’iride verdazzurra del mare su cui
posano ciglia di velluto e ti dirò del fianco snello e sodo la
curva perfetta della schiena che digrada e s’avvalla liscia e
sinuosa  sensibili articolazioni d’una tastiera che tu sai
suonare – ti dici maestro e  precettore –  e le mani sorelle
gemelle? Così fini articolate flessibili così docili e arrendevoli
due colombe candide e un po’ maldestre tiravano i tuoi baci
come sorrisi. Potrei continuare l’inventario e sul banco
mostrare cosce forti e tenaci seni audaci e acerbi un collo
d’avorio e … Mio uomo impastato d’acqua e d’argilla! Dietro il
paravento delle ciglia dove s’affrettano leggeri i miei pensieri
non guardi i bagliori di fuochi e accampamenti non curi le mie
avanguardie – tu Signore del Regno. Ora che dormi ti narrerò
di me donna che nel chiuso delle viscere intesso fili d’oro e
d’argento e conservo il fuoco dono degli dei. Di vita e di
morte ti parlerò, del sangue rosso che cola lungo le cosce, di
incursioni e occupazioni di una carne che s’accresce dentro il
buio oceano dell’universo.

(Serra Clara, Trama e Ordito, Manni editore, marzo 2007 p. 24-25)