Archivi categoria: Ricordo

Solo l’arancio

Solo l’arancio appare con palpiti di cuore lì dove solitario
scompare il sole nella sofferta indifferenza delle cose Il giorno
trascorse angusto e come pula al vento sortirono le ore sperse e
turbate sullo sfondo singolare d’una sorte accidentale La rotta
a vista poco più in là del pennoncello lasciava libero campo alla
penombra che saturò le stanze e gli angoli e non ci fu verso di
mutare quella congiuntura se non per barbagli accesi al lampo
dello sguardo contrariato Lungo l’intero giorno un rumore di fondo
– motivo conduttore dei miei pensieri intisichiti e stretti tra caos e
intelletto – ammoniva che non ci è dato ripetere la prova e uno solo
è il punto per cui sortimmo al mondo.
(Serra Clara, Di Bronzo E Fiamma, Genesi Editrice-p.40)

Una poesia per Bianca Guidetti Serra

Il 24 giugno 2014 si è spenta nella sua casa di Torino Bianca Guidetti Serra, avvocata, partigiana, deputata, sempre in prima fila per la difesa dei diritti delle minoranze. È stata una figura di altissimo rigore morale e intellettuale.
Per me è stata sempre un esempio da seguire.
Ciao Bianca.

Sorelle, a voi non dispiace…
Sorelle, a voi non dispiace
ch’io segua anche stasera
la vostra via?
Così dolce è passare
senza parole
per le buie strade del mondo –
per le bianche strade dei vostri pensieri –
così dolce è sentirsi
una piccola ombra
in riva alla luce –
così dolce serrarsi
contro il cuore il silenzio
come la vita più fonda
solo ascoltando le vostre anime andare –
solo rubando con gli occhi fissi
l’anima delle cose –
Sorelle, se a voi non dispiace –
io seguirò ogni sera
la vostra via
pensando ad un cielo notturno
per cui due bianche stelle conducano
una stellina cieca
verso il grembo del mare.

Funerale senza tristezza
Questo non è esser morti,
questo è tornare
al paese, alla culla:
chiaro è il giorno
come il sorriso di una madre
che aspettava.
Campi brinati, alberi d’argento, crisantemi
biondi: le bimbe
vestite di bianco,
col velo color della brina,
la voce colore dell’acqua
ancora viva
fra terrose prode.
Le fiammelle dei ceri, naufragate
nello splendore del mattino,
dicono quel che sia
questo vanire
delle terrene cose
– dolce -,
questo tornare degli umani,
per aerei ponti
di cielo,
per candide creste di monti
sognati,
all’altra riva, ai prati
del sole.

( da Antonia Pozzi, Parole, Garzanti 2001)