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Sibylla di Emilio Villa

Emilio Villa è stato un poeta dalla personalità artistica controversa, un libertario
nomade e non iscrivibile a nessuna corrente di scrittura poetica, anzi si è
ben tenuto al largo da ogni confraternita letteraria. Ha pubblicato poco e
spesso sono testi per cartelle di artisti. Villa, ritenuto da molti un precursore
delle neoavanguardie, sperimenta continuamente forme e linguaggi della poesia.
Poeta difficile se si cerca un dettato lineare nei suoi testi
secondo la logica comune ma straordinario per la ricchezza linguistica e le
suggestioni che attraverso la lingua, anzi le varie lingue, riesce a dare.

Per me è il prototipo del vero poeta, libero, integro, gratuitamente proteso a
dissipare i suoi talenti.

SIBYLLA
(FOEDUS, FOETUS)

Quando, da piccolo, nondum puer, strinsi un patto con te sui
giochi delle parole senza senso, foedus inicisti:
ora tu non hai tenuto fede al nostro foedus,
foedus iniecimus
foedus transgrediereris.
Ma io stipite e lancia della tua infedeltà, ho voluto tentare a
a mia volta le più delicate e voluttuose trasgressioni
le deiezioni più sconsiderate,
in fuori e in dentro rovesciando le fodere del foedus tenebrale.
Certo, tu hai avuto vergogna di me,
tu hai abbandonato i miei anfratti;
tu sei di nuovo fuggita nel deserto dei sensi, dei segni, dei
chiarori io ti inseguo e disegno con risibili fulminazioni
infelix exeat ergo copula nostra et aures nostrae flatu erecto
impraegnabuntur Continua a leggere